Il danno da perdita di un congiunto
(Corte di Cassazione Civile, Sez. III, Sentenza n. 16992/2015)
La Suprema Corte di Cassazione torna a soffermarsi sull’effettivo pregiudizio subito dagli eredi di una vittima di un fatto illecito (sinistro stradale, malasanità ecc.).
Gli Ermellini, specificatamente, evidenziano che:
…il pregiudizio da perdita del rapporto parentale rappresenta un peculiare aspetto del danno non patrimoniale, distinto dal danno morale e da quello biologico, con i quali concorre a compendiarlo, e consiste non già nella mera perdita delle abitudini e dei riti propri della quotidianità, bensì nello sconvolgimento dell'esistenza, rivelato da fondamentali e radicali cambiamenti dello stile di vita…
Il danno da perdita del rapporto parentale va al di là del puro dolore che la morte di una persona provoca nei familiari.
Esso è il vuoto costituito dal non potere più godere della presenza e del rapporto con chi è venuto meno e, pertanto, nell’irrimediabile distruzione di un sistema di vita basato sull’affettività, sulla condivisione e sulla rassicurante quotidianità dei rapporti tra moglie e marito, tra genitore e figlio, tra fratello e sorella ecc., ed è, pertanto, risarcibile sulla base della perdita subita.